La biblioteca privata di Giovanni Bezzi (1822-1910)
Poiché ciascuna biblioteca privata rispecchia almeno in parte ciò che siamo, due cenni biografici su
Giovanni Bezzi.
Nasce a Reggio Emilia nel 1822 e muore a Reggio Emilia nel 1910. Sembrerebbe un percorso molto
lineare e tranquillo. Invece no. Ardente patriota, e per questo designato come turbolento sovversivo,
gli furono impediti di fatto gli studi in diversi stati italiani e fu costretto a trasferirsi prima a Parigi e
poi in Germania, a Giessen, dove si laureò
summa cum laude
in medicina nel 1846. Rientrò a Reggio
Emilia, dove Francesco V gli impedì di esercitare la professione di medico e dove continuò il suo
impegno politico di fervente liberale: nel ‘48 fu tra i primi ad arruolarsi nella Legione di Volontari, e
poi ancora nel ‘49, ‘59 e ’66.
Nel 1859 ottenne un incarico all’Università di Modena e nel 1860 la cattedra di chirurgia operativa,
sempre a Modena, dove rimase fino al suo pensionamento, nel 1902, che fu festeggiato con
manifestazioni solenni e con l’inaugurazione del busto che ancora oggi si può vedere nell’atrio
dell’Ospedale antico di Modena. Grazie all’insegnamento di grandi maestri come Bischoff e Lister,
e al continuo aggiornamento, Bezzi portò a Modena una ventata di novità e di entusiasmo. Gli
interessi professionali di Giovanni Bezzi spaziarono in vari campi, tra cui anche le terapie innovative
basate sul magnetismo, sull’elettricità e sugli sviluppi recenti della microscopia, ma si dedicò e si
distinse particolarmente nella chirurgia dell’apparato uretro-genitale. Nel 1863 fu tra i pionieri
dell’intervento di ovariotomia, per cui si distinse, in Italia, insieme a Domenico Peruzzi.
Morì nel 1910 nella sua bella dimora a Reggio Emilia. Ecco, la sua Biblioteca ci restituisce un ritratto
di quest’uomo a tutto tondo - patriota, medico-chirurgo, professore, umanista.
E se Giovanni Bezzi risplende di questa luce dalla sua Biblioteca, cosa vogliamo dire del pronipote,
prof. Pietro Bezzi, che una mattina della primavera del 2016 mi contattò proponendo al nostro Ateneo
la donazione dell’intera biblioteca? E mi piace sottolineare l’
intera
biblioteca, perché ci sono edizioni
di elevato valore economico, che sarebbero potute essere tolte senza per questo inficiare l’importanza
della donazione nel suo complesso. Invece Pietro Bezzi, anch’egli medico, anch’egli uomo di cultura,
ha voluto mantenere la Biblioteca nella sua integrità in omaggio alla figura del prozio e per rendere
questo patrimonio fruibile agli studenti e agli studiosi; libri che hanno attraversato i secoli, le
fondamenta dell’immane sforzo per il sapere e la conoscenza; una testimonianza viva per i nostri
studenti che vivono nell’epoca della post-verità.
Un ringraziamento profondo, quindi, al prof. Pietro Bezzi per aver arricchito il nostro Ateneo di un
patrimonio straordinario.
Il Fondo Bezzi
La Biblioteca di Giovanni Bezzi è prevalentemente costituita da testi che coprono in maniera estesa
le principali tecniche di chirurgia generale e specialistica in uso all’epoca, ma c’è anche una parte
minore di storia e di letteratura. Nel complesso, la Biblioteca rispecchia la figura di un medico colto
dell’Ottocento che ha arricchito il patrimonio librario del suo tempo con edizioni - anche di pregio -
del XVI, XVII e XVIII secolo che coprono tutti i classici latini e greci in multiple edizioni.